C’era una volta una lucertola molto prepotente: era più grossa delle altre e si chiamava Gonzilla. Quando vedeva un’altra lucertola, le andava davanti e diceva:
“Non rubarmi il sole, tu!”
“Ma io non te lo rubo, Gonzilla! Di sole ce n’è per tutte!”
“Storie! Il sole che prendi tu non lo prendo io!” gridava Gonzilla. “Vattene, o ti mordo la coda!”
Più in là c’era un’altra lucertola al sole. Gonzilla le correva davanti.
“Questo sole è per me, ladruncola!”
“Ma di sole ce n’è per tutte!”
“Sciocchezze! Il sole che prendi tu non lo prendo io!”, e la scacciava.
Così faceva Gonzilla, giorno dopo giorno. La vita delle lucertole era difficile, e allora decisero di andare da Malibù, una vecchia gazza saggia, che viveva su un’acacia.
Malibù ascoltò le lucertole, e così rispose:
“Domani a mezzogiorno nascondetevi tutte, e lasciate fare a me.”
Il giorno dopo Malibù volò su un ramo vicino a dove Gonzilla stava prendendo il sole. Non c’era nessun’altra lucertola nelle vicinanze. La gazza guardò un poco Gonzilla, poi tolse da sotto le piume una lente che aveva rubato qualche anno prima sulla nave di un pirata. La mosse di qua e di là, spostandosi sul ramo, finché riuscì a concentrare un raggio di sole sulla testa di Gonzilla, che se ne stava beata a occhi chiusi.
“Ahiahia!” gridò la lucertolona, e aprì gli occhi. Da sopra la testa saliva un filo di fumo.
“Cosa succede, cara?” disse Malibù, dopo aver nascosto la lente sotto l’ala.
“Succede che mi sono bruciata qui sopra!”
“E’ stata la luce del sole, cara!” disse Malibù, muovendo la coda pennata.
“Il sole? Ma come? Il sole non mi ha mai scottato in questo modo!” disse Gonzilla.
“Eh già...Ma vedi, adesso le altre lucertole non ci sono più...” disse la gazza. “Prima la luce andava su tutte: ora che sei sola cade tutta su di te, e ti scotta!”
“Davvero?” disse Gonzilla, e si mise a correre di qua e di là chiamando: “Sorelle, amiche, lucertole care, tornate, presto!”
Fu così che Gonzilla smise di disturbare le lucertole, e non si scottò più.
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